venerdì 23 novembre 2012

Frutta e verdura di stagione: Novembre - Dicembre


Oggi diamo uno sguardo ai prodotti di stagione che potete trovare nei negozi di frutta e verdura nel mese di novembre-dicembre, con un occhio al portafogli (i prodotti di stagione costano meno) e uno all’ambiente (far venire le fragole dall’altra parte del mondo non è salutare per il pianeta…).
La lista non si discosta molto da quella dei prodotti di ottobre, perde qualche pezzo per strada ma guadagna alcune new entry di sicuro interesse, sia per la loro bontà che per le indubbie qualità nutrizionali.



Cominciando dalla verdura in questo mese è possibile comprare nel pieno della loro produzione broccolicardicavolfiorecavolini di Bruxellescavolo cappucciocavolo verzaporrorape e sedano rapa mentre e possibile trovare ancora non per molto (diciamo fino alla fine del mese) bietole da costecarotecatalognacicoriacicoria belgafinocchio e ancora qualche sedano ma la novità più importante del mese è sicuramente il carciofo che, variando luoghi di provenienza (e di conseguenza varietà), ci accompagnerà fino a maggio.
Per quanto riguarda la frutta possiamo acquistare peremeleuva,melogranicachicastagnenocinoccioleclementine e si cominciano ad avvistare i primi mandarini e le prime arance (anche se consiglio di aspettare un po’).
La new entry più importante del mese nel reparto frutta è il kiwi ma al di là del nome non preoccupatevi della sua provenienza perché, a dispetto dell’origine esotica (è cinese ma perfezionato nelle varietà dai neozelandesi che ne hanno fatto il loro frutto simbolo) il maggiore produttore a livello mondiale di questo frutto è proprio l’Italia. Importato nei primi anni ’80 come strana novità, il kiwi si è da tempo ritagliato un ruolo importante nei gusti di noi italiani tanto che la sua massiccia richiesta ha dato vita alla coltivazione intensiva in diverse zone della penisola (molto diffusa per esempio nelle province di Cuneo,Vercelli e Latina, quest’ultima anche con un IGP), coltivazione cresciuta a tal punto da diventare la prima al mondo con il 35% del settore. E inoltre sta per arrivare il mese di uno dei frutti più gustosi e salutari: l’arancia.
Insomma come vedete anche il mese di novembre è generoso e, per quanto riguarda frutta e verdura stagionali, la scelta non manca di certo, avendo una vasta gamma di prodotti a disposizione senza dover per forza ricorrere a prodotti fuori stagione che per arrivare fino a noi inquinano un bel po’.

Fonti:
http://www.florablog.it/2008/11/04/frutta-e-verdura-di-stagione-i-prodotti-di-novembre/

mercoledì 1 agosto 2012

Gli Hunza, la popolazione più longeva al mondo e la loro acqua miracolosa

 

L’uomo può vivere oltre i 100 anni, in salute e forza? Gli Hunza, una popolazione che vive al confine nord del Pakistan, ci testimoniano di sì!
Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti. È il popolo degli Hunza: non solo questa popolazione vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc. Vivono al confine nord del Pakistan all’interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.
Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e hanno numerosi alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare a camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’Oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’inverno, che a causa dell’altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello è che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie.
Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale.
I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori.
Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova.
In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.
Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la forza e la longevità di questo popolo è la composizione dell’acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possiede elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali.
Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile.
Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene.
In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite a istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”…
“Signora, a 60 anni è normale pensare a una dentiera”…
Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?
È veramente fisiologico avere a una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile…?
È normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative o collegate al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.
Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma
Fonte e autore dell’articolo:
http://contiandrea.wordpress.com
Per approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Hunza_%28popolo%29
http://organiclives.org/_blog/OrganicLives_Blog/post/Secrets_of_the_Hunza_Valley/
sorsa: http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=article&author_id=798&article_id=1516

Fonte: http://alienifranoi.wordpress.com/2012/06/18/gli-hunza-la-popolazione-piu-longeva-al-mondo-e-la-loro-acqua-miracolosa/

La memoria dell'acqua

Avete mai sentito parlare della memoria dell'acqua? un argomento molto affascinante molto ben descritto in questo documentario. A quanto pare l'acqua assimila qualsiasi tipo di energia positiva o negativa e si comporta di conseguenza. Date un'occhiata a questo documentario e fatemi sapere magari cosa ne pensate...


giovedì 26 luglio 2012

Gianna Jessen - Sopravvissuta all'aborto

Vi propongo questo video anche se forse... si corre il rischio di essere un po' fuori tema... In realtà il mio obbiettivo è semplicemente darvi uno spunto per una riflessione... Non voglio esprimere un giudizio personale rispetto alla tematica dell'aborto... vorrei però che voi lettori dedicaste qualche minuto all'ascolto di questa ragazza... indipendentemente dalla vostra posizione rispetto a questa tematica, sono certa che vi toccherà nel profondo... buona visione

mercoledì 18 luglio 2012

Negozio Leggero

Una fantastica iniziativa! sono entusiasta di ever scoperto questo negozio, ancora non ho avuto la possibilità di andarci di persona, ma appena riesco un saltino lo faccio sicuramente! è straordinario vedere come stia crescendo sempre più l'attenzione verso l'ecologia e il biologico. Questo negozio, nel quale i prodotti vengono venduti senza imballaggi e confezioni ne è un esempio perfetto!





Il Negozio Leggero nasce dall’esperienza dell’Ente di ricerca Ecologos e dal lavoro di Rinova s.c. per proporre al mercato un nuovo modo di fare la spesa: senza imballaggi, quindi più leggera.
I principi che hanno ispirato la creazione di questo punto vendita e della rete in franchising si riassumono in 5 parole chiave:

QUALITÁ | Garantiamo una gamma completa di prodotti di qualità, dal biologico al locale fino al prodotto tradizionale per offrire ai clienti la più ampia possibilità di scelta, in base alle esigenze di ciascuno.

CREATIVITÁ | È possibile essere creativi in un negozio, in primo luogo per il tipo di installazione: i prodotti a vista, le tecnologie, i colori ed i materiali utilizzati permettono all’ambiente di comunicare. Inoltre la ricerca di nuove referenze è costante, grazie anche ai vostri consigli.

NOVITÁ | Il Negozio in sé costituisce la prima grande novità. Questa tipologia di vendita, prima limitata solo ad alcuni prodotti, oggi trova un luogo dove far convergere tutte le singole esperienze in un'unica realtà.

IDENTITÁ | Il marchio Negozio Leggero è diventato in breve tempo una garanzia di qualità, di coerenza e simbolo di un vero e proprio stile di vita orientato alla sostenibilità.

SOCIALIZZAZIONE | Crediamo che il Negozio Leggero sia una nuova piazza. Il contatto con i clienti si basa sulla fiducia e sulla competenza che i commessi hanno nel fornire informazioni dettagliate sui prodotti e sulle vostre osservazioni che ci aiutano a migliorare.




Punti vendita:

Torinovia Napione 37/E - Tel. 011.7630336
LUN-VEN 9:00-14:00 / 15:30-20:00 - SAB 9:00-20:00
Chiuso mercoledì pomeriggio
Tram n°15 - Bus n°30, 55 (Calcola il percorso)

Torino
via San Tommaso 5 - Tel. 011.7604153
MAR-VEN 10:00-20:00 - SAB 10:00-20:00
Chiuso il lunedì

Novara
viale Roma 6/C - Tel. 0321.231504
LUN 15:30-20:00
MAR-VEN 9:00-13:00 / 15:30-20:00
SAB 9:00-20:00
Bus n°8

Milano
via Anfossi 13 - Tel. 02.99205762
MAR-VEN 9:00-14:00 / 15:30-20:00
SAB 9:00 - 20:00
Chiuso il lunedì

Moncalieri (TO)
via Carlo Alberto 4 - Tel. 011.6406666
LUN 15:30-19:30
MAR-SAB 9:00-13:00 / 15:30-19:30
Aperto ogni prima domenica del mese 9:00-19:00


Asti
piazza Statuto 25 - Tel. 0141.231785
LUN 15:30-20:00
MAR-GIO-VEN 9:00-14:00 / 15:30-20:00
MER-SAB 9:00-20:00

Roma
via Chiabrera 80 - Tel. 06.98183226
LUN 15:30-20:00
MAR- SAB 9:00-14:00 / 15:30-20:00
domenica chiuso

COMILVA Libertà di vaccinazione

Si è dibattuto molto sull'argomento vaccinazioni ma sopratutto sui danni delle vaccinazioni.
Per chi è interessato all'argomento, o chi semplicemente vuole aprire un po' la mente vi rimando al sito http://www.comilva.org/informazioni_su_comilva/manifesto_comilva. Vi consiglio vivamente la lettura, il sito è redatto molto bene e potrebbe risolvere molti dubbi...



COMILVA è l’acronimo di Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione. Si articola in Gruppi, Comitati o Associazioni radicate sul territorio il cui scopo è quello di ottenere la Libertà di Scelta in materia di Vaccinazioni e la tutela dei Diritti dei Danneggiati da vaccino.


L'azione del COMILVA si articola quindi nel:
Realizzare anche in Italia la Libertà di Vaccinazione; l'obbligatorietà dell’atto vaccinale è una violazione morale e fisica della libertà personale e di coscienza oltre che un’illogicità scientifica. Questa azione si sviluppa attraverso l’informazione scientifica, la realizzazione di strategie di obiezione di coscienza alle vaccinazioni, il supporto legale e la sensibilizzazione dell’area politica e culturale. L'obbligo di vaccinazione, così come la libertà di scelta terapeutica, non sono esclusivamente un problema sanitario ma anche di concezione della dimensione umana, dei diritti e doveri di ciascuno, di consapevolezza e partecipazione, di responsabilità ed informazione corretta, al di fuori di qualsiasi manipolazione o interesse particolare. L’obiettivo è quello di abrogare tutte le leggi dell’obbligo ancora in vigore nel nostro paese e il superamento di tutti gli ostacoli che oggi si oppongono o che ostacolano la corretta e completa integrazione sociale delle persone che non considerano le vaccinazioni come un trattamento farmacologico necessario.
Contribuire all'informazione sulla Ricerca Scientifica; la Scienza viene spesso mortificata dagli “interessi economici e del potere”, la ricerca indipendente è oramai in minoranza e in questi ultimi decenni abbiamo sempre di più allo strapotere delle grandi case farmaceutiche nella definizione delle strategie di politica sanitaria del mondo. La stessa OMS è diventata, di fatto, una agenzia di diffusione delle politiche di marketing di questa industria. Occorre una nuova etica nei rapporti fra Stato e Cittadino: quest'ultimo deve riappropriarsi del diritto fondamentale di Libera Scelta per sé e per i propri figli. Parimenti è necessaria una crescita a livello individuale, una presa di coscienza del proprio diritto/dovere nell’esercitare la propria libertà in scienza e coscienza.
Ottenere il giusto riconoscimento e il risarcimento per i danni da vaccino; ancora oggi in Italia (e nel mondo in generale) il danno da vaccino è sottostimato e possibilmente tenuto “nascosto”. In modo particolare, i danni derivanti dalla sistematica e sempre più intensa vaccinazione in età pediatrica, non sono né valutati né affrontati in modo adeguato, anche e soprattutto a causa del paradigma vaccinale che ha creato la convinzione che questa sia una pratica sicura ed innocua. Non è così: inoltre, il danno da vaccino provocato in età pediatrica non è facilmente identificabile con tempestività e genera in molti casi reazioni avverse che si manifestano anche dopo anni. Il nostro obiettivo è, in primo luogo, quello di sostenere dal punto di vista medico legale le famiglie che vivono il dramma del danno da vaccino, affinché possano ottenere il giusto risarcimento e un adeguato sostegno terapeutico. In secondo luogo l’azione del COMILVA si svolge ancora una volta sul piano politico e culturale, per ottenere la giusta attenzione su questo fenomeno e il cambiamento delle strategie vaccinali, come pure nello sviluppo della ricerca sul danno e sulle possibili terapie di riabilitazione.
Le istanze del COMILVA sono ben esplicitate nel volantino che potete scaricare cliccando sull'immagine o nell'apposito link sottostante. Questo materiale è a disposizione dei soci che possono scaricarlo, stamparlo e diffonderlo nel vostro territorio.

martedì 17 luglio 2012

Té verde, elisir di lunga vita?


 Il té verde si ricava dai germogli delle foglie e dalle foglie giovani della pianta conosciuta come \”camellia sinensis\”.
Le sue origini si perdono nel tempo; in Cina si narra che l\’imperatore Shen Nung fu il primo bevitore di té verso il 2700 a.C., mettendo le foglie della pianta dentro una brocca di acqua bollente dando così inizio a questa usanza . Dal secondo secolo
d.C. alcuni testi medici cinesi riportano i benefici ottenibili dal té, mentre un monaco giapponese, Eisai, nel 1211 d.C. scrisse un libro
intitolato \”mantenere la salute bevendo té\” dove scrisse:\” Il té è una medicina miracolosa per mantenere la salute, ha lo straordinario potere di
prolungare la vita.\” Nel sedicesimo secolo, gli esploratori europei che per primi provarono il té dichiararono di averlo usato per combattere
febbre, mal di testa, dolori articolari e mal di stomaco.
Che si creda oppure no a queste storie, dobbiamo sapere che le foglie di questa pianta sono utilizzate da almeno 4000 anni e che sono sempre state
conosciute come portatrici di salute.
Tecnicamente, per esser chiamato té, il prodotto deve essere ricavato dalle foglie della\”camellia sinensis\”, la sempreverde pianta del té.
Ci sono solo tre tipi di té: nero, oolong e verde, così classificati secondo il metodo di lavorazione.
Essi differiscono dalla durata della
fermentazione delle foglie: quello nero viene essicato e fermentato, l\’oolong parzialmente fermentato, mentre quello verde viene solamente
lavato e riscaldato per prevenire la fermentazione.
I vari nomi con i quali di solito è identificato si riferiscono alla regione dove cresce la
pianta (Ceylon, Darjeeling, Souchong, ecc), comunque tutti i tipi
provengono dalla camellia sinensis.

Tè verde e cancro.
Uno dei più interessanti sviluppi della ricerca degli ultimi anni è stato lo scoprire le straordinarie proprietà di anti-invecchiamento e anti-cancro
del té verde. Si è riscontrato che i paesi con alto consumo (principalmente
Cina e Giappone) hanno una bassa percentuale di ammalati di cancro. In Giappone, le donne che insegnano la cerimonia del té (perciò assumono molto
più té rispetto la media), sono note per la loro longevità; casi di morte
per cancro in questo gruppo sono molto rari.
Le pecentuali di cancro al seno, colon, pelle, pancreas, esofago e stomaco sono estremamente basse fra i bevitori di té verde. Nello stesso modo, è
stato notato che i fumatori giapponesi che consumano té verde sembrano
godere di una protezione contro il cancro al polmone.
Difatti, nel mondo industrializzato i giapponesi hanno sia il più alto tasso di fumatori che
quello più basso di cancro al polmone.
Ricerche in vitro e su animali hanno indicato che può essere efficace anche contro una più ampia varietà di tumori, inclusi leucemia e glioma.
Ciò è dovuto al potere dei suoi componenti che includono carotenoidi,
clorofilla, polisaccaridi, grassi, vitamina C ed E, manganese, potassio e zinco.
Comunque, gli esperti sono d\’accordo che c\’è un tipo di costituenti in particolare che fornisce i maggiori benefìci per la salute: essi sono i
polifenoli. Questi sono delle catechine con potenti proprietà anti-ossidanti. Sono un sottogruppo dei flavonoidi, composti fitoestrogeni
che possiamo trovare in molti vegetali, frutta, té, caffé, cioccolato e vino rosso.
Tutti i tre tipi di té contegono polifenoli; nel té verde l\’ossidazione delle catechine è minima, così da lasciare inalterate le proprietà
antiossidanti, mentre la fermentazione necessaria alla produzione degli altri tipi di té riduce il contenuto di catechine perdendo specialmente
quelle più fortemente bioattive: le epigallocatechine -gallato (EGCG).
Le EGCG sono indicate dagli esperti come le più importanti per la prevenzione
dei tumori. Esse hanno anche dimostrato di avere un potere antiossidante 20 volte più forte della vitamina E nel proteggere i lipidi del cervello, che
sono molto sensibili agli stress ossidativi (Chem Pharm, Bulletin 38-1990).
Recentemente uno studio eseguito al Karolinska Institute di Stoccolma, un
gruppo di ricercatori diretto dal dr. Yihai Cao ha scoperto che il té verde
può bloccare l\’angiogenesi -lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che servono ai tumori per crescere e formare metastasi.
Il dr. Cao ha sottolineato comunque che può essere necessario un forte consumo di té per molto tempo per ottenere quei benefìci.
Un altro studio (University of Shizuoka, Giappone) ha dimostrato che il té verde può prevenire la formazione di metastasi. Le cellule del cancro
secernono un particolare enzima per penetrare e colonizzare vari tessuti
dell\’organismo. E\’ il processo di metastasi che è letale, non il tumore principale. Quindi, trovare sostanze che impediscano la metastasi è di
primaria importanza per sconfiggere il cancro.
Questo studio ha trovato che
le EGCG inibiscono la secrezione dell\’enzima che provoca la metastasi da
parte delle cellule tumorali, così bloccando la loro capacità di invadere altri tessuti.
Risultati simili sono stati presentati al 38.mo congresso dell\’ American Society for Cell Biology a San Francisco da un gruppo di ricercatori della
Purdue University. Le loro scoperte hanno indicato che bere quattro o più tazze di té verde al giorno potrebbero fornire sufficienti composti attivi
per rallentare o prevenire la crescita delle cellule tumorali.
Forse il risultato più sorprendente delle recenti ricerche è stata la scoperta che il té verde può proteggere contro i tumori della pelle (melanomi).
In uno studio un gruppo di ricercatori ha scoperto che bere té verde può inibire la formazione di tumori associati all\’esposizione a raggi solari UVB.
In alcuni casi con tumori già formati dovuti agli UVB, la
sua assunzione ha rallentato la loro crescita e in qualche caso ne ha ridotto le dimensioni. In un ulteriore studio i ricercatori hanno applicato
i componenti del té direttamente sulla pelle e quindi l\’hanno esposta ai raggi UVB.
La pelle protetta ha sofferto meno danni rispetto a quella non protetta. Alcuni produttori di creme solari hanno così cominciato a usare
il té verde nei loro prodotti.
Altri studi eseguiti principalmente in Giappone e Stati Uniti hanno dimostrato le sue proprietà anche con altri tipi di tumore, quali leucemia
(inibizione della proliferazione delle cellule tumorali), cancro al seno, all\’ovaio, allo stomaco, al fegato, alla prostata, all\’esofago, ecc. Uno di
questi studi all\’università di Shizuoka ha scoperto che il té verde può lavorare in sinergia con i farmaci chemioterapici, aumentandone l\’efficacia
e può proteggere le cellule dai danni provocati dall\’esposizione a radiazioni.

Le scoperte più recenti.
Le più interessanti scoperte sono indirizzate al trattamento e prevenzione
dell\’artrite reumatoide, ma forse la più eccitante è quella che ha riportato uno studio eseguito dal Cancer Chemotherapy Center a Tokyo in
Giappone e che dimostra che il té verde va molto oltre al suo semplice, ma
comunque forte potere antiossidante. Se gli studi saranno confermati,
catapulteranno di diritto questa antica bevanda al centro della scienza del 21.mo secolo.
E\’ stato dimostrato che le EGCG inibiscono fortemente e direttamente la
telomerasi. Telomerasi è l\’enzima che rende \”immortali\” le cellule tumorali
mantenendone la parte finale dei loro cromosomi (telomeri). La capacità delle cellule tumorali di mantenere i loro telomeri nel DNA, può essere il
segreto della loro \”immortalità\”.
Di conseguenza, riuscire a eliminare i
telomeri così da provocare la morte della cellula tumorale, potrebbe essere
una delle strade per sconfiggere questa malattia. Il primo inibitore naturale della telomerasi ad essere stato scoperto sono appunto le EGCG del
té verde.

Malattie cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari sono associate a diversi fattori di rischio.
Sorprendentemente sembra che il té verde attenui molti di questi rischi.
Riduce i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi. Il potente effetto antiossidante del té verde inibisce l\’ossidazione del colesterolo LDL nelle
arterie, causa principale nella formazione dell\’arteriosclerosi.
La formazione di coaguli di sangue (trombosi) è la causa principale di infarti
e colpi apoplettici, il té verde ha dimostrato di inibire la formazione di questi grumi con la stessa efficacia dell\’aspirina.
Può inoltre aumentare i livelli di HDL, il colesterolo buono, che aiuta a rimuovere le placche dell\’arteriosclerosi dalle pareti delle arterie.
Pressione sanguigna.
Una delle cause della pressione alta è la perdita di elasticità delle arterie.
Il té verde è ipotensivo, abbassando la pressione sanguigna.

Zuccheri nel sangue.
Quando si assumono amidi con l\’alimentazione, l\’enzima amilasi è necessario
per trasformarli in zuccheri semplici che possono essere assorbiti nel
sangue. Da studi eseguiti: i polifenoli del té verde inibiscono l\’ attività
dell\’amilasi dell\’87%; estratti di té verde riducono il normale aumento di
glucosio e di insulina quando si ingeriscono 50 grammi di amidi.
Alti livelli di glucosio e di insulina nel sangue predispongono a diabete e
malattie cardiovascolri e sono associati con un\’accelerazione
dell\’invecchiamento. Per molte persone, gli zuccheri sono i maggiori responsabili di accumulo di grassi. Uno studio su animali ha mostrato una
riduzione di grassi nel corpo conseguenza di integrazioini con le catechine
del té verde.

Che altro può fare?
Storicamente il té verde è stato usato per correggere malattie quali allergie, arteriosclerosi, asma, colera, raffreddore, congestioni, tosse,
depressione, diarrea, infezioni digestive, dissenteria, fatica, mal di testa, epatiti, e tifo. In Cina medicine prodotte con i polifenoli del té
sono usati per trattare epatiti, nefriti e leucemia.
Il té verde può eliminare i batteri. Prenderlo con i cibi può ridurre il rischio di avvelenamento da alimenti, può eliminare i batteri del cavo
orale che causano carie e alito cattivo. I giapponesi bevono il té verde per evitare l\’alito cattivo causato da alcuni cibi. Gli effetti deodoranti
delle sue foglie sono conosciuti da secoli, difatti sono state tradizionalmente usate come deodorante.
Il té verde reprime diversi virus, incluso quello dell\’epatite e, recentemente all\’Università di Nagoya, Giappone, è stato indicato che può
inibire l\’enzima usato dal virus HIV per la sua riproduzione.

Controindicazioni.
Un uso eccessivo di té verde può causare irritabilità (contiene caffeina)
e aggravare l\’ulcera. Persone sofferenti di insonnia dovrebbero evitarlo, mentre quelle con ipertensione dovrebbero consumarlo sotto controllo
medico.

Come prepararlo correttamente.
Per non distruggere parte dei principi attivi del té verde è consigliato
che l\’acqua che si versa nella tazza o nella teiera (secondo il metodo scelto) non sia bollente, ma qualche grado inferiore (circa 80°C); lasciare
in infusione per non più di 1.5-2 minuti. Valido anche per altre bevande:
non bere liquidi molto caldi, meglio tiepidi.
Con così tanti benefìci per la salute, sarebbe saggio se noi italiani, invece del cornetto e cappuccino, cominciassimo a considerare ed apprezzare
questa bevanda, prezioso dono della natura.

Fonte: www.naturmedica.com su promiseland

Pasta di Saragolla

Da poco sono venuta a conoscienza di questa tipologia di pasta. Mi sembra una via di mezzo tra la pasta integrale e la pasta di grano duro... il sapore è quello della pasta comune, ma "riempie "come una pasta integrale e va benissimo per gli intolleranti al grano comune. Di seguito vi riporto le sue caratteristiche, io la consiglio vivamente...




Cultura alimentare
La saragolla è un cereale “antenato” dei moderni grani duri. Fu introdotta in Abruzzo dalle popolazioni proto bulgare di Altzec, che provenivano dall’Egitto nel 400 d.C.; la stessa denominazione Saragolla è bulgara, composta da SARGA = giallo e GOLYO = seme e significa letteralmente “giallo chicco”. Un grano molto speciale, duro e vitreo come l’ambra, che produceva farine color giallo intenso; co minciò a diffondersi nelle regioni centro-orientali d’Italia colonizzate in proprio dai Bulgari, o come dipendenti dei feudi longobardi, bizantini o ecclesiastici. Dal medioevo fino al XVIII secolo numerosi documenti storici lodano le qualità dei grani chiamati “Saragolla”: fra le varietà conosciute, la Zingaresca, la Bulgara, la Bulgara di Capo Palinuro, la Saragolletta del Sannio, quella che destava maggior interesse era la Saragolla Turchesco per le sue doti di resistenza ai parassiti, refrattaria all’allettamento, alla stretta della ruggine. Nel 1801 (l’abate) Bernardo Quartapelle nel suo trattato “I Principi Della Vegetazione Ovvero Come Coltivar La Terra Per Trarre Da Essa Il Maggior Possibile Frutto” riporta che nell’Agro Pretuziano (antica denominazione della Provincia di Teramo) “… I nostri agricoltori distinguono diverse specie di grani, chiamandone altri duri altri bianchi. Fra i primi occupa il principal luogo la Saragolla, i cui acini sono lunghetti sodi, e di color biondo … Le migliori saragolle del nostro Regno … ottime per fare paste, si seminano in N ovembre e Dicembre. E’ un grano lungo, gialliccio, e di gran durata…”.Alla fine del ‘700 comincia per la Saragolla un periodo di oblio: le conquiste coloniali e l’incremento demografico favoriscono le importazioni di pregiati grani duri dal Nord Africa e dal Medio Oriente, relegando la coltivazione della Saragolla nelle piccole proprietà contadine dell’Abruzzo collinare dove sopravvive grazie alla “selezione massale” (i chicchi migliori erano conservati per la semina dell’anno successivo). Nel XX secolo, l’avvento delle tecniche di ibridazione delle spighe introdotte dal Senatore Cappelli hanno accentuato l’emarginazione della coltura dei “cereali minori” (minori per quantità prodotte e non certo per la qualità!): la saragolla, il farro, la segale, la solina. La sua struttura biologica più “semplice” la rende un sostituto squisito e digeribile per gli intolleranti ai prodotti del grano comune.

Lavorazione:
il processo è volto a non alterare le superiori caratteristiche delle materie prime. I grani prima di essere macinati integralmente e a pietra, vengono ventilati e leggermente decorticati (perlatura) affinché solo le parti più esterne e indigeribili (lignina e crusche superficiali) siano eliminate lasciando intatta la qualità nutritiva del cereale integrale La successiva setacciatura rotativa a flusso d’aria precede il passaggio nel mulino a mole di pietra che ruota a basso numero di giri, separatamente dalla biopulitura a secco, permettendo la più bassa temperatura di esecuzione possibile, in modo da non alterare le caratteristiche della materia prima.Poi con tale farina, presso pastificio tradizionale, viene prodotta la pasta con processo di trafilazione al bronzo e essiccatoi discontinui a bassa temperatura. I prodotti a base di Grano Duro di Saragolla sono stati oggetto di studio presso diverse centri universitari italiani, che hanno studiato e sancito le loro migliori qualità nutrizionali rispetto a quelli prodotti con grani duri “moderni” (cioè derivati da tecniche di ibridazione delle spighe).

Note degustative
Pasta integrale d’elite dal gusto fragrante, regge molto bene alla cottura, è particolarmente ruvida consentendo di trattenere il sapore dei condimenti in maniera eccezionale. Ha struttura biologica semplice che le attribuisce alta digeribilità.
Umidità: 7,39%
Sostanza secca: 92,61%
Cellulosa greggia: 0,41%

Fonte: http://www.acquadolce.org/spip.php?article101

La pesca: il frutto dell'estate

La pesca, protagonista dell'estate
Questo frutto dolce e succoso è originario della Cina, dove fin dai tempi più antichi se ne coltivavano diverse varietà. Per la sua ricchezza di vitamine (soprattutto A, B1, B2, C e PP) e di oligoelementi (fosforo, potassio, magnesio, zolfo, ferro, manganese), in Oriente vantava la definizione di "frutto dell'immortalità". In Europa fu invece apprezzato in un primo tempo come pianta medicinale, mentre si diffidava del frutto, che si riteneva tossico. Oggi si sa che la mandorla contenuta nel nocciolo della pesca contiene l'amigdalina, che dà l'acido prussico, cioé l'acido cianidrico, estremamente velenoso.



Buona e salutare, aiuta a eliminare le tossine
Nell'antica farmacopea mandorla e nocciolo di pesca si usavano contro il mal di testa e i disturbi digestivi, mentre le foglie e la corteccia dell'albero erano considerate vermifughe, antipiretiche e diuretiche. La pesca contiene un acido abbastanza simile all'acido citrico, che ha la proprietà di eliminare le tossine e che la rende preziosa nella dieta di chi soffre di difficoltà digestive e di disturbi di circolazione. È un frutto che, anche se sottoposto a trattamenti naturali di conservazione, mantiene buona parte dei suoi pregi organolettici e delle sue proprietà disintossicanti per cui, pur concentrandosi la produzione in luglio e agosto, diventare una risorsa per tutto l'anno.
Vince la tensione addominale e tonifica anche la vescica
La pesca ha proprietà lassative e soprattutto diuretiche. Consumarla regolarmente giova quindi a chi soffre di costipazione intestinale e di stipsi, e a chi lamenta un'insufficienza renale o la presenza di calcoli urinari.
La mattina gustala cotta: svuota la pancia
La medicina cinese consiglia questa ricetta: sbuccia 3 pesche fresche, cuocile a vapore, lascia intiepidire, e mangiale il mattino, a digiuno.
Limita la traspirazione purifica la pelle
La pesca aiuta anche a limitare la traspirazione. Nella dieta di luglio, inseriscila quindi nelle insalate di frutta (con succo di limone per non farla scurire) e come accompagnamento a prosciutto crudo, pesce, formaggio fresco.
Come aperitivo, ti aiuta a digerire
Una pesca frullata aggiunta a un calice di succo di mela trasparente è un ottimo aperitivo drenante e ti aiuta a metabolizzare meglio l'intero pasto.

Fonte: http://www.riza.it/dieta-e-salute/cibo/2883/la-pesca-il-frutto-che-tonifica-e-depura.html

lunedì 16 luglio 2012

INCI questo sconosciuto...



L'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico. Viene usata in tutti gli stati membri dell’UE, così come in molti altri paesi nel mondo, tra cui ad esempio USA, Russia, Brasile, Canada e Sudafrica.
Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI, scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione.
Al primo posto si indica l'ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa. Al di sotto dell'1% gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.
La nomencaltura INCI contiene alcuni termini in latino (riferiti ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea; ad esempio "prunus amygdalus dulcis oil" sta per "olio di mandorle dolci") mentre la maggioranza è in inglese; nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (es. CI 45430).
Fanno eccezione i coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese.
L’adozione della lista degli ingredienti dei prodotti cosmetici, da elencare attraverso l'impiego del codice INCI, rappresenta una utile informazione per la tutela al consumatore. Lo scopo del codice INCI è infatti prioritariamente quello di permettere alle persone allergiche di identificare facilmente la presenza della sostanza alla quale sono allergici all’interno del prodotto prima del suo impiego, in qualunque parte d’Europa (e spesso del mondo) si trovino.

Ma per interpretare un INCI non occorre essere chimici cosmetologi. Alcuni ingredienti o principi attivi si ripetono in molti prodotti (ad esempio il tocoferolo, ovvero la vitamina E), e ci sono siti appositi che aiutano nell'impresa. In italiano il celeberrimo Biodizionario, che consente di cercare gli ingredienti e affibbia pallini verdi, gialli o rossi a seconda della sinteticità o dannosità

Dado Vegetale: fatto in casa! più sano ed economico!

Il dado vegetale è uno degli alimenti più utilizzati in cucina: nato a fine ’800 si è diffuso in Italia negli anni ’50 e ha accompagnato qualsiasi tipo di pietanza.
Il dado industriale, però, contiene ingredienti controversi come il glutammato monosodico o il caramello.

Ecco gli ingredienti dei dadi industriali più utilizzati:
sale da cucina;
grassi e oli vegetali;
esaltatori di sapidità (glutammato monosodico, inosinato disodico, guanilato disodico);
estratto di lievito;
cipolla in polvere;
colorante (caramello semplice);
curcuma;
aromi;
basilico in polvere;
semi di sesamo in polvere.

Il glutammato è un esaltatore di gusto e sapidità, e viene essenzialmente utilizzato per insaporire qualcosa che non ha alcun sapore o la cui qualità è talmente bassa da richiederne l’uso. Spesso il glutammato è l'ingrediente principale e se nelle etichette non fosse esplicitato, potrete riconoscerlo dalla sigla E (dalla E620 fino alla E625).
Ma dalla parte nostra c'è, ancora una volta, l'autoproduzione. Il dado vegetale è semplicissimo da preparare in casa. Ecco come!

Ricetta del dado vegetale


1_-_gli_ingredienti_400
Ingredienti 

200 gr di sedano
2 carote
1 cipolla grossa
1 zucchina
100 gr di prezzemolo
20 foglie di basilico
2 rametti di rosmarino
15 foglie di salvia
150 gr di sale
1 cucchiaio di olio

Procedimento

Sminuzzate finemente le verdure e le erbe aromatiche e mettetele dentro a una pentola di acciaio insieme ad un cucchiaio d’olio.

2_-_gli_ingredienti_sminuzzati_400

Coprite le verdure tritate con il sale

3_-_le_verdure_sminuzzate_e_coperte_dal_sale_400

Fatele cuocere per almeno 1 ora e mezza senza aggiungere acqua.

4_-_le_verdure_dopo_1_ora_di_cottura_400

A questo punto frullate e rimettete sul fuoco finché non si sarà addensato ancora.

6_-_il_dado_vegetale_pronto_400


Conservazione e utilizzo
Conservate il dado ancora caldo dentro a contenitori di vetro possibilmente sterilizzati e mettetelo in frigorifero. Un cucchiaio di questo dado casalingo coincide con uno dei classici quadratini.

Fonte: http://stilenaturale.com/news/1427/Il-dado-vegetale-Fattelo-in-casa-Pi%C3%B9-sano-ed-economico.html#.T9CEZC598EM.facebook

Papilloma virus - l'ennesimo fallimento della sperimentazione sul regno animale

Il vaccino, sicuro sugli animali, ha avuto risultati disastrosi sulle persone


Il papilloma virus umano è molto diffuso: ne esistono oltre cento sierotipi, ma di questi solo alcuni sono capaci di provocare alterazioni della mucosa dell'utero che possono portare al tumore. Cercare una cura per eliminare il papilloma virus, e quindi per evitare che molte donne contraggano un tumore all'utero, è sicuramente un'iniziativa condivisibile.

La strada per il momento percorsa è stata la creazione di un vaccino che naturalmente, come tutti gli altri, è stato sperimentato sugli animali, giudicato efficace e sicuro e quindi commercializzato e somministrato, soprattutto alle ragazze di 12 anni. Se andiamo a visitare i siti dove si parla della vaccinazione, possiamo leggere come sia sicura e in grado di provocare rarissimi effetti collaterali di scarsa importanza.

Tuttavia, nonostante questo idilliaco quadro che ci testimonierebbe dell'eccellente risultato ottenuto anche grazie agli animali vivisezionati, nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che in Spagna, in base ai dati del Sistema di Farmacovigilanza, dall'inizio della campagna di vaccinazioni contro il papilloma virus umano fino allo scorso 10 febbraio, sono stati almeno 120 i casi di adolescenti con possibili reazioni avverse al vaccino, dei quali 45 considerate gravi.

Sette delle giovani in questione sono state ricoverate, cinque con convulsioni, mentre un terzo del totale ha riportato problemi neurologici come nausea, sincopi o perdita di conoscenza. Curiosamente, fonti del Ministero della Sanità assicurano, invece, che si sono registrati solo cinque casi di possibili effetti avversi al vaccino.

Se però abbiamo la pazienza di cercare in giro per il mondo quelle informazioni, che i cultori della vivisezione non amano sentire, possiamo trovare che negli Usa il Washington Time riporta 20 Stati nei quali si sono verificate reazioni avverse che vanno dalla perdita di coscienza al collasso e 13 casi di Guillame-Barré; il National Vaccine Information Center segnala 5 casi di morte, 51 di invalidità e 1358 ricoverate d'urgenza, L'Emea (European Medicines Agency) ha comunicato che due giovani donne sono morte improvvisamente dopo aver ricevuto la vaccinazione contro il papilloma virus. Una delle morti è avvenuta in Austria e l'altra in Germania. La causa dei decessi non è stata identificata, ma queste due morti fanno seguito al decesso di altre tre ragazze di 12, 19 e 22 anni, avvenute negli Stati Uniti, alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino.

Per questo motivo è stato lanciato nel mondo un appello da parte di oltr e 4mila ricercatori spagnoli, di cui il primo firmatario è Alvarez-Dardet, direttore del Journal of Epidemiology and Community Health, per una moratoria delle vaccinazioni contro il papilloma virus, sicurissime negli animali, ma evidentemente non negli esseri umani.

L'opinione pubblica è da sempre sottoposta ad una costante cattiva informazione riguardante gli esperimenti sugli animali. Quanti sono favorevoli a questo tipo di ricerche condizionano sistematicamente le persone a ritenere gli animali da laboratorio indispensabili per il progresso scientifico.

Il campo dove è impiegato il maggior numero di animali è proprio quello dei test per i farmaci e i vaccini. Gli studi sugli animali dovrebbero stabilire se le sostanze in fase sperimentale sono terapeutiche, ossia in grado di guarire la malattia per la quale saranno impiegate e innocue, ossia non provocheranno gravi effetti collaterali. Così periodicamente i mezzi di comunica zione di massa sparano in prima pagina gli eccezionali risultati ottenuti nei laboratori di vivisezione, ma sistematicamente tralasciano di informare la gente tutte quelle volte, e sono l'assoluta maggioranza, nelle quali la somministrazione di queste sostanze innocue per gli animali si dimostrano poi tossiche o, nel migliore dei casi, inutili negli esseri umani.


Fonte: http://www.mondobiologicoitaliano.it/art_papilloma.html

Proprietà nutritive dei Germogli

Col termine "germogli" intendiamo riferirci ai semi germogliati di cereali, legumi ed altre specie vegetali di cui si utilizza tutto: chicco e germoglio.
I Germogli costituiscono un esempio della straordinaria capacità della Natura di produrre energia, capacità che può essere sfruttata da ogni consumatore per procurarsi a basso costo cibi freschi, ricchi di principi nutritivi come vitamine, enzimi ed oligoelementi, e di facile digestione.
Fin dall'antichità molti popoli utilizzavano quale cibo rigeneratore e terapeutico i grani germinati e i germogli sviluppati e ne hanno tramandato l'uso. Già nel "Pen Tsao" o "Grande Erbario della Medicina Cinese", circa 2700 anni a.C., il germoglio crudo di soia veniva raccomandato per edemi, dolori alle ginocchia, crampi, disturbi digestivi, polmoni "deboli", macchie sulla pelle e malattie del cuoio capelluto.
Sembra anche che i focosi cavalli di Attila ed i veloci destrieri arabi venissero nutriti con semi di frumento germogliato, prima delle occasioni importanti.
Nell'800 e nel 900, sono soprattutto i racconti dei missionari ad informarci sull'uso dei germogli presso le popolazioni della Cina e dell'India.

Le virtù dei germogli

Oggi questo cibo è stato "scoperto" anche da noi occidentali proprio per la sua grande ricchezza nutrizionale: facilissimi da preparare, economici, dai sapori gustosi e svariati, i germogli sono una vera miniera di principi nutrizionali che, soprattutto in questa epoca sovrabbondante di cibi raffinati, sterilizzati, pieni di additivi di ogni genere, costituiscono un fattore di prevenzione e di difesa dei processi vitali dell'organismo. Se consideriamo che il mantenimento ed il potenziamento delle difese naturali dell'organismo, e quindi la difesa e il miglioramento della salute, richiedono innanzitutto un'alimentazione equilibrata e ricca di vegetali freschi e genuini, comprendiamo bene quale importanza abbia il consumo di germogli di semi di vario tipo, quali cereali e leguminose, naturalmente provenienti da coltivazioni biologiche.

GermogliI semi di cereali o legumi allo stato crudo sono immangiabili ed indigesti; essi quindi devono essere cotti per renderli commestibili ed assimilabili: il calore, infatti, trasforma gli amidi in carboidrati più semplici, le proteine in frammenti più solubili, e così è possibile utilizzarli per la nostra alimentazione. Con il calore però, la "vita" che è presente allo stato latente nel seme, scompare: infatti, un seme dopo la cottura non è più capace di germogliare.
Invece la germogliazione permette di mangiare crudi quegli stessi semi, fornendo cibi ricchi, vitali e nutrienti, in cui l'energia "potenziale" contenuta nel seme si libera e si trasforma in energia assimilabile dall'organismo.
Il germoglio infatti costituisce un alimento fresco, che si presta ad essere mangiato crudo, ricchissimo di nutrienti quali vitamine, enzimi, oligoelementi, aminoacidi essenziali; è facile da digerire, è privo di scarti poiché si utilizza per intero, è gustoso, è facile da preparare e conservare, ed è anche molto economico poiché dà un'ottima resa.

Vedremo più avanti come fare per prepararli, ma possiamo dire subito che, una volta preparati per la germogliazione, tutto il processo avviene senza che noi si debba intervenire: non c'è da fare nessun lavoro, lavora solo il tempo. Infatti subito dopo che il seme è stato messo in ammollo ha inizio la "germinazione", cioè l'attivazione e la rivitalizzazione del germe del seme, detto embrione, che rappresenta la giovane piantina e contiene in "nuce" tutte le parti essenziali della futura pianta (fusticino, foglioline, radichette). Durante questa fase, quando il germoglio è ancora piccolissimo ed è racchiuso all'interno del tegumento, quindi non ancora visibile, avvengono profonde modificazioni nella struttura del chicco e nella sua composizione biochimica. Man mano che il chicco assorbe acqua il seme si gonfia e il guscio si fessura e il piccolo germoglio incomincia a crescere e a diventare visibile all'esterno come una piccola plantula nella quale, in conseguenza di complesse reazioni enzimatiche, le sostanze di riserva (amidi) del seme, contenute nel tessuto nutritivo all'interno dei cotiledoni, vengono trasformate e mobilizzate, quindi assorbite dall'embrione che si fa via via più grande diventando una "pianta germinativa", il Germoglio, che se venisse piantato crescendo darebbe origine ad una nuova piantina, identica alla pianta madre.

E' proprio durante la trasformazione delle sostanze di riserva che avvengono le numerose e complesse trasformazioni biochimiche, non ancora del tutto chiarite, che danno al germoglio la sua ricchezza di sostanze: esso diventa un vero e proprio scrigno di principi nutritivi, che sono di più facile digestione ed assimilazione da parte dell'organismo; ed ecco perché i cereali e i legumi germogliati sono molto più digeribili - addirittura a crudo - dei semi di origine per cui sono consigliati anche a chi soffre di una cattiva forma gastrointestinale.
Le sostanze di riserva contenute nel chicco sono costituite per gran parte da amidi ed emicellulosa, che sono carboidrati complessi: essi vengono in gran parte trasformati in destrine e maltosio, sostanze più semplici e dolciastre, che danno al germoglio il suo caratteristico e delicato sapore leggermente dolce.

Anche la parte proteica del chicco subisce una trasformazione, infatti le proteine vengono "predigerite" dagli enzimi scomponendosi in aminoacidi, di più facile e veloce digestione e assimilazione, e inoltre i germogli subiscono un aumento in aminoacidi essenziali, così come aumentano anche gli acidi nucleici, i sali minerali e gli oligoelementi, che inoltre vengono a trovarsi in forma organica e quindi più facilmente assimilabili ed utilizzabili dall'organismo, in particolare il ferro, che in forma inorganica è di difficile assimilazione e può dare origine a disturbi gastrointestinali. Le vitamine addirittura subiscono aumenti considerevoli, dal 50% al 100%, e in certi casi anche molto di più, come ad esempio la vitamina A, che può aumentare dopo 72 ore di germinazione anche del 370%. In particolare i germogli sono ricchi di vitamina B12 , cosa che può essere utile, insieme alla ricchezza in ferro, per evitare carenze qualora si segua un'alimentazione vegetariana.

Per dare un'idea della "saggezza" della Natura facciamo solo un piccolo esempio: una tazza media di ceci fornisce, grosso modo, la stessa quantità di proteine di una bistecca, oltre a una buona quantità di sali minerali e vitamine; essi sono però carenti di vitamine B12 e C ma... dopo la germinazione troviamo che queste due vitamine sono aumentate considerevolmente! Tale fenomeno non deve stupirci, infatti è abbastanza logico che nel processo di "rivitalizzazione" del chicco, quale è la germinazione, emergano caratteristiche tipiche dei vegetali freschi, come la presenza di vitamina C.

La preparazione

Da quanto detto emerge chiara l'importanza di destinare una quota della propria alimentazione al consumo di germogli di vari tipi. Vediamo dunque quali semi possiamo far germogliare e come prepararli per ottenere i germogli.
Si possono far germogliare quasi tutti i semi, c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma i più indicati e sperimentati sono il frumento (o grano), la soia verde, il miglio, i ceci, i fagioli, le lenticchie, il riso integrale, l'avena, il girasole, e qualunque altro seme commestibile la fantasia vi suggerisca.
Bisogna evitare i semi delle solanacee (es. patata, pomodoro) perché contengono sostanze tossiche.
E' preferibile utilizzare semi di coltivazione biologica, quelli cioè ottenuti senza uso di concimi chimici di sintesi, di diserbanti, di anticrittogamici e altri veleni, per ovvi motivi.

Germogli di SoiaIl metodo più semplice per ottenere i germogli, se non si dispone di un germogliatore apposito, è quello di disporre i semi ben mondati e sciacquati in un piatto fondo con dell'acqua, in modo che vi restino immersi; coprirli quindi con un tovagliolo umido e lasciarli a bagno da sei a dodici ore, a seconda della grandezza dei semi. Al mattino i semi vanno risciacquati ancora e disposti nuovamente sul fondo del piatto, così umidi come sono, ma senza aggiungere altra acqua; vanno nuovamente ricoperti col tovagliolo umido e ancora con un piatto rovesciato, e lasciati germogliare.

I semi così predisposi vanno sciacquati due volte al giorno per i primi 2-3 giorni, poi basta una sola volta, ad eccezione dei ceci e della soia che vanno sciacquati sempre due volte, poi sempre ricoperti nel solito modo.
Si ripete il procedimento per 3-5 giorni, a seconda dei semi scelti, finché i germogli avranno raggiunto una lunghezza di 3-4 centimetri, dopodiché si possono scoprire per esporli per qualche tempo alla luce, per far sì che si arricchiscano della preziosa clorofilla (circa 7-8 ore alla luce indiretta, meno se al sole, per evitare che si dissecchino). I tempi di germinazione possono variare al variare della temperatura, oltre che dipendere dal tipo di seme scelto. Utilizzare quantità di semi non troppo elevata, perché si ha un'ottima resa e anche per avere sempre un prodotto fresco e vitale.

La stessa operazione si può effettuare anche con un barattolo di vetro ricoperto con una garza, che va inizialmente riposto al buio, oppure con uno scolapasta sul cui fondo sia stato messo un tovagliolo e ricoperto con un altro.
Una volta ottenuti, i germogli vanno sciacquati delicatamente in un colino, eliminando eventuali bucce libere e semi non germogliati; si lasciano scolare per qualche minuto e si possono mettere in un contenitore di vetro con coperchio (non in busta di plastica!) e, se non si consumano tutti, si possono mettere in frigo dove si possono lasciare anche fino a 6-7 giorni, sciacquandoli però ogni due giorni.

Come utilizzarli

Una volta pronti, i germogli si possono mangiare tal quali, crudi o dopo breve cottura (che però tende ad alterarne la ricchezza vitaminica).
Si consumano da soli, in insalata conditi con un po' d'olio e sale, oppure uniti a verdura o frutta, anche nella preparazione di frullati e puree, o tritati e uniti a maionese fatta in casa, puré o salse di vario tipo, o ancora uniti allo yogurt, aggiunti alle minestre di verdura o agli stufati, pochi minuti prima di servirli a tavola, aggiunti al ripieno dei tortellini, all'impasto delle polpette, come condimento di pasta e riso, eccetera. Come vedete, gli utilizzi possibili sono tantissimi, e sono limitati solo dalla fantasia.


Fonte: http://www.lerboristeria.com/articoli/2003_12.php

venerdì 13 luglio 2012

Fracking, terremoti e italia petrolizzata... tutto collegato...

Vi rimando volentieri a questo link...




http://dorsogna.blogspot.it/2011/06/quelli-di-rivara-hanno-gia-fatto.html
Fantastico il lavoro che ha fatto questa persona, un blog che merita davvero...

Un intressante blog dove viene trattato l'argomento dell'Italia petrolizzata e sopratutto dell'ENI, vi consiglio di spulciare un po' di post, sopratutto quelli riguardanti FRACKING E TERREMOTI vista la cronaca degli ultimi periodi...

Coca Cola e Pepsi

E’ notizia di pochi giorni fa che i colossi americani, come Coca-Cola e Pepsi, hanno dovuto modificare le loro ricette segrete per non dover apporre su ogni lattina o bottiglia la dicitura “A rischio cancro”, come le sigarette!




L’imputato è il caramello usato come colorante che, secondo alcuni studi, è responsabile dell’incremento percentuale di alcuni tipi di tumore.

Coca-Cola e Pepsi, capito l’enorme danno economico derivante dal dover apporre “Nuoce alla salute” sui loro prodotti, hanno fatto uscire sul mercato nord americano, una nuova formula che promette lo stesso identico gusto, ma con colore leggermente più chiaro!

Questo è successo in America, mentre nel resto del mondo, compresa Italia, ad oggi non è cambiato nulla!

Ora, anche se dovessero importare la nuova formula in tutto il resto del mondo, il fatto di aver ridotto questo colorante pericoloso, non significa affatto che queste bibite gassate non continuano ad essere pericolose per la salute!

Ti basta ricordare che queste bevande sono acide, piene di zucchero o di dolcificanti artificiali. In pratica un veleno!

Il PH tipico di queste bibite è un bassissimo 2, in pratica acido puro! Se pensi che le nuove teorie alimentari votate alla salute ed a tenere lontano le patologie si basano sul concetto di mangiare alimenti alcalinizzanti, praticamente alimenti con un PH dal 7 in su!

Un solo bicchiere di queste bevande manda tutto in malora, anche il pasto più equilibrato che rispetti un PH alcalino.

Lo zucchero, presente in percentuali altissime rispetto al prodotto stesso, è noto per essere tossico e creare dipendenza. Le malattie in stretta correlazione con l’abuso di zucchero sono tantissime, diabete, malattie cardiovascolari, cancro, obesità e Alzheimer sono solamente le più importanti, ma tante altre correlazioni stanno venendo fuori dagli studi.

Qualora tu scegliessi la versione light o zero di questi prodotti, sappi che i dolcificanti artificiali sono anche peggio dello zucchero! Veleni chimici che il nostro organismo neanche riconosce.

La conclusione, tra zucchero, sostanze artificiali e PH acido, è che non si capisce come questi prodotti alimentari possano essere in commercio! Addirittura nei distributori automatici nelle scuole dei bambini!!

Eppure il motivo è sempre lo stesso, interessi economici multi-miliardari!

Questi colossi di acqua sporca dolciastra finanziano la politica e tutta una serie di associazioni più o meno occulte che dettano le regole dei “giochi” mondiali!


NO LOGO - Naomi Klein

Un altro libro che a mio avviso andrebbe assolutamente letto per aprire gli occhi sul mondo in cui viviamo è decisamente NO LOGO di Naomi Klein, rimarrete scioccati da quanto viene denunciato...




Nike, McDonald’s, Shell. Il mondo è nelle mani delle multinazionali, che hanno creato bisogni e miti di cui, per decenni, siamo stati schiavi. Ma lo sforzo dei grandi colossi per rendere omogenee le nostre comunità e monopolizzare il linguaggio condiviso ha generato una forte ondata di resistenza, testimoniata da diverse proteste e diffuse azioni di guerriglia. Dallo sfruttamento nelle fabbriche dell’Indonesia e delle Filippine, in cui viene calpestato ogni diritto umano, ai centri commerciali propagatori di life-style del Nord America, fino alle campagne più massicce di attivisti, manifestanti e hacker, Naomi Klein spiega e analizza le ragioni della contestazione e le contraddizioni dell’economia globale. Indagine culturale, manifesto politico e inchiesta, No Logo racconta una storia di ribellione e autodeterminazione nei confronti dello strapotere dei marchi, proponendo un’analisi socioeconomica alternativa alle tesi neoliberiste osannate per anni. Definito la Bibbia del movimento no-global, questo saggio rivoluzionario – che per primo ha dato voce alla volontà di affrancamento dal capitalismo – viene riproposto ora in edizione aggiornata. Un testo fondamentale e una lettura preoccupante e appassionante allo stesso tempo.
Naomi Klein, nata a Montreal nel 1970, è una giornalista professionista insignita di numerosi premi. Dopo lo straordinario successo della prima edizione di No Logo, nel 2000, ha pubblicato, nel 2007, Shock Economy (disponibile in BUR), atto d’accusa contro il capitalismo dei disastri.

The China Study

Ho acquistato giusto ieri questo libro e non vedo l'ora di leggerlo, purtroppo, a mio avviso, non è stato pubblicizzato a dovere... o per lo meno... non quanto il classico romanzo rosa, o l'ultimo legal-thriller ecc... chiaro... racconta di verità decisamente "scomode"... se il cancro si combattesse con il cibo... le cause farmaceutiche dove andrebbero a finire?... chi ci propinerebbe chemioterapia e quant'altro...? vi consiglio di documentarvi a riguardo e se interessati di dedicarvi alla sua lettura... poi... ci mancherebbe... non è il santo graal probabilmente... ma uscire dall'ottusità in cui ci hanno chiuso per anni case farmaceutiche e lobby internazionali... può farci solo bene...

The China Study: Campbell a Vicenza


Risultato di una ricerca durata ventisette anni, The China Study è uno studio condotto sotto la gestione congiunta della Cornell University, dell’Università di Oxford e dell’Accademia cinese di medicina preventiva e sovvenzionato dagli Istituti nazionali di sanità (National Institutes of Health, NIH), dall’Associazione americana per la lotta contro i tumori (American Cancer Society) e dall’Istituto americano per la ricerca sul cancro (American Institute for Cancer Research).
Il New York Times l’ha definito il Grand Prix dell’epidemiologia.
Imponente e accurata la ricerca che ha preso in esame un’ampia gamma di malattie e fattori legati all’alimentazione e allo stile di vita nella Cina rurale e a Taiwan.
La Cina si è infatti rivelata un laboratorio ideale per le indagini condotte dal dott. Campbell, grazie alla disponibilità di dati affidabili su malattie e mortalità forniti dal governo cinese e grazie alla presenza di una popolazione geneticamente stabile con caratteristiche alimentari molto diverse.
Il progetto “ha prodotto più di 8 mila associazioni statisticamente significative fra i vari fattori dietetici e le malattie”.
La scoperta più significativa riguarda la correlazione tra consumo di proteine animali e il rischio di sviluppare malattie croniche degenerative. Fino al punto che patologie come il diabete, le cardiopatie, l’obesità possono essere fatte regredire – sono le conclusioni dello studio – attraverso una dieta sana.
All’alimentazione si attribuisce un ruolo chiave anche nella genesi di alcuni tipi di cancro, delle malattie autoimmuni, dei disturbi visivi, di quelli cerebrali in età avanzata. E la dieta ritenuta vincente in base a prove sotto il profilo della prevenzione e della lotta a queste patologie è quella a base di cibi naturali e vegetali.
The China Study è una fonte inesauribile di accurate notizie riguardanti la salute: sono analizzate diverse tipologie di cancro, malattie alle ossa, ai reni, al cervello e l’obesità.
Con un linguaggio comprensibile ai non esperti, ma al contempo esaustivo per i professionisti della salute, il testo è corredato da grafici, tabelle e diagrammi.
Le conclusioni cui giunge questa monumentale ricerca conducono a promuovere una nuova alimentazione. Eccone alcune:
La genetica non è il fattore predominante nella genesi delle malattie
Il controllo ossessivo di grassi, carboidrati, colesterolo e omega-3 non dà come risultato una buona salute
Farmaci e chirurgia non curano le malattie di cui siamo affetti
I medici non sanno esattamente cosa consigliare per rimanere in buona salute
Solo con la dieta e lo stile di vita si può guarire dalle malattie cardiache
Il cancro al seno è correlato a una situazione ormonale alterata che è determinata dal cibo che mangiamo
Il consumo di latticini aumenta il rischio di cancro alla prostata
Gli antiossidanti contenuti in frutta e vegetali sono correlati a una migliore performance mentale nella terza età
Vari tipi di cancro sono correlati al consumo eccessivo di proteine animali

Per i più coinvolti: Campbell a Vicenza

Un appuntamento importante quello del 21 settembre prossimo a Vicenza, che vedrà protagonista il dottor Colin Campbell, autore del bestseller “The China Study”: Campbell è considerato uno dei nutrizionisti più autorevoli del mondo.

Colin Campbell sarà a Vicenza per tenere una conferenza sui suoi 40 anni di lavoro: una ricerca medico-scientifico epidemiologica mai realizzata prima.
Illustrerà i risultati della ricerca “The China Study” che ha prodotto più di 8000 correlazioni statistiche significative tra fattori alimentari e malattie. Dati oggettivi, raccolti in anni di esami medici e ricerche mostrano così che un nuovo modo di mangiare è possibile, una ridefinizione della nostra concezione di buona alimentazione in chiave vegetariana.
The China Study è un’analisi ben documentata degli errori della dieta, dello stile di vita e della medicina moderna e dei palliativi che spesso falliscono. Le lezioni della Cina forniscono motivazioni convincenti per l’adozione di una dieta veg al fine di favorire la salute e ridurre i rischi di contrarre le malattie del benessere” ha scritto Sushma Palmer, Ph.D., ex direttore esecutivo del Comitato per il cibo e la nutrizione presso l’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti.
L'appuntamento è il 21 settembre alla sala Palladio della fiera di Vicenza, dalle 9 alle 17.

Fonti: http://www.aamterranuova.it/Alimentazione-naturale/The-China-Study-Campbell-a-Vicenza -
http://www.thechinastudy.it/

giovedì 12 luglio 2012

Vegetariano a 80 anni...

Mi piacerebbe che questo video lo vedessero tutte quelle simpatiche personcine (medici compresi) che, annientando tutto quello che viene chiamato diritto di parola e di pensiero, al mio...: beh... io la carne non la mangio... Sono pronti con arroganza a darmi della pazza e dell'assassina (rivolto a me stessa) perchè la carne si DEVE MANGIARE...

Ecco un fresco dinamico e sportivo 80enne vegetariano dalla nascita.
Spesso si sente dire che I bambini non possono crescere bene senza carne o altri cibi animali, ecco la prova vivente che questa affermazione non ha fondamenti.

Il Prof. Dr. Em. Marcel Hebbelinck del laboratorio di biometria e biomeccanica umana dell'università Vrije di Brussel facoltà di fisica nacque il 20.10.1931 in una famiglia di vegetariani.
Imparò moltissimo a proposito di stile di vita salutare da suo padre
che gestiva un negozio di cibi salutistici e fu pioniere nella promozione dell'igiene naturale.
Marcel è sempre stato un grande appassionato di sport. Per 17 anni è stato competitore per la squadra nazionale belga di canottaggio vincendo medaglie in regate nazionali ed internazionali.

Marcel, insieme ad un emerito team di ricercatori, durante la sua lunga carriera ha effettuato numerosi studi, ricerche e statistiche su grosse comunità di sportivi vegetariani ,bambini vegetariani ed anziani vegetariani.
Molte investigazioni scientifiche da lui condotte hanno portato alla dimostrazione che una persona che segue una dieta vegetariana ben bilanciata può avere nella vita, nel lavoro e nello sport almeno gli stessi risultati di tutte le altre persone. Afferma inoltre che non ci sono prove scientifiche che uno sportivo vegetariano o vegano possa avere delle performances superiori a quelle di un'altro sportivo. Vi sono prove evidenti comunque, che una dieta a base vegetale riduca il rischio di numerose patologie di tipo cardiovascolare e possa essere preconizzata per la prevenzione di numerose patologie degenerative di tipo "moderno".

Questo video è di Veggie Channel:

www.veggiechannel.com

Il circo della farfalla

Il circo della farfalla è un cortometraggio veramente emozionante... dura c.a 25 minuti... spendiamo un sacco di tempo nella nostra giornata per guardare boiate orrende e diseducative alla tv... prendiamoci questi pochi minuti per vedere questo video... Il protagonista si chiama Nick Vujicic, non è un attore, è un ragazzo con una rara malattia genetica: la tetramelia; è privo di arti, senza entrambe le braccia, e senza gambe eccetto i suoi piccoli piedi, uno dei quali ha due dita. Dopo una vita di sofferenze è riuscito ad oggi a superare le barriere psicologiche date dalla sua condizione e diventare addirittura uno speaker motivazionale... abbiamo solo da imparare da persone come lui... Buona visione...

Olio Johnson's

Olio Johnson's


Chi non conosce questo famosissimo olio trasparente dedicato ai bambini più piccoli (anche e soprattutto neonati)?





Aggiunto al bagnetto o cosparso direttamente sulla pelle, con l’illusione di idratare 10 volte di più (di cosa poi?), mentre, a guardare gli ingredienti, non stiamo facendo altro che “rivestire” nostri figlio di PARAFFINA LIQUIDA PURA! Ma andiamo con ordine… cos’è la Paraffina? Ecco una sintesi:
La sua prima e più importante utilizzazione riguarda la fabbricazione delle candele: in tal caso spesso viene addizionata con acido stearico, fino al 10%, per renderla meno fusibile, per sbiancarla e per indurirla.
Per la sua insolubilità in acqua e la resistenza agli agenti chimici, trova impiego nella fabbricazione di imballaggi impermeabili, di cere per pavimenti e per mobili, di articoli da toletta, ecc., oltre che nella fabbricazione dei cerini, nell’industria tessile e in farmacia (solida per le paraffine atte alla conservazione di tessuti o per istologia, in formato liquido come medicinale).
Viene utilizzata anche nella lavorazione del formaggio tipico molisano e non solo: il caciocavallo. Appena realizzati, i caciocavalli vengono immersi in una bacinella d’acqua contenente paraffina che crea un sottile strato trasparente che li rende nel tempo protetti da muffa e umidità. Molto diffuso è il metodo di rivestimento del formaggio o dei salumi in paraffina (in realtà si parla di miscele specifiche) per garantirne la conservabilità. In Europa, soprattutto nei paesi del Nord, la tecnica è assolutamente utilizzata e valida, anche nella fabbricazione e confezionamento di formaggi per il largo consumo (es: Fromagerie Bel). Le caratteristiche proprietà idrofobiche della cera o paraffina che sia, permettono conservabilità piuttosto lunga. Come anticipato, anche alcuni salumi vengono “imparaffinati”, per ottenere lo stesso effetto descritto per i formaggi.
È noto ed indispensabile l’utilizzo della paraffina nell’industria della gomma (pneumatici ed automotive, nonché guarnizioni ed altri manufatti industriali), come agente di processo, come protettivo anti-ozono o come disperdente di cariche (esempio Silano disperso in paraffina). La paraffina, migrando sulla superficie del manufatto, conferisce caratteristiche di protezione statica.
Alcuni tipi di paraffina possono essere mescolati con acqua ed emulgatori per creare emulsioni adatte all’industria del legno, della pelle (chimica conciaria), del cemento e del cartongesso. Altri invece sono impiegati nell’industria dei detersivi, dei distaccanti (per l’industria della plastica, nel settore metallurgico e nelle fonderie di precisione, ecc.), nella fabbricazione di esplosivi, per prodotti specifici nel campo dell’equitazione (creazione di fondi speciali per l’equitazione) e nei bitumi modificati.
La paraffina liquida (nome INCI: Paraffinum Liquidum, Petrolatum, e il suo derivato Cera Microcristallina) è molto usata nel settore cosmetico come agente filmante, dando la sensazione di levigatezza.
Insomma: è una sostanza che viene usata da cani e porci per le più disparate finalità, che nulla hanno a che vedere con la cura della pelle (men che meno dei neonati!). L’unico scopo di questo finto olio è quello di rivestire di un film/pellicola la pelle, al fine di dare, per l’appunto, solo una sensazione effimera e illusoria di morbidezza (occludendo i pori e impedendo alla pelle di respirare e idratarsi normalmente). Basterebbe sapere che è un olio derivato dal petrolio per smettere di usarlo, ma la casa produttrice se ne guarda bene e, come spesso accade, mette in bella evidenza solo gli ingredienti (in minime percentuali) con nomi molto naturali (nelle varie versioni verdi, viola, ecc.).
INCI (ingredienti): Paraffinum Liquidum, isopropyl palmitate, parfum PPT1397.
Fonte: http://www.perstarebene.it/2011/02/17/johnson-baby-oil-per-cospargere-il-tuo-piccolo-di-paraffina/